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  • Immagine del redattoreLemonJulce

CLICHE'

A project by Giulia Zorzella alias LemonJulce & Linda Ferrari alias DrunkenRabbit.

Photo & Video Credits: Giulio Romolo Milito alias Lundesnombreux.


CONCEPT

“Non fare la femminuccia!”, “Questo è uno sport da maschi”, frasi e luoghi comuni che ci vengono insegnati fin dalla tenera età e che ci formano, volenti o nolenti, rendendoci le persone che siamo, iniziando subito a identificare in maniera sbagliata ciò che è forte o debole, giusto o sbagliato. Viviamo strette/stretti tra i fili del giudizio altrui, intrappolate/intrappolati in ragnatele di regole soffocanti per la libertà. Da qui le artiste hanno avviato una ricerca intervistando donne e uomini e hanno creato un’istallazione che al contempo è una performance audio, fisica, materica.

All’ingresso vi attende Lemon Julce, che nelle vesti oracolari è pronta a condurvi verso l’interno dell’antro, dove vi è il cuore dell’atto performativo. Non passerete senza lasciare un piccolo pegno: una vostra fragilità scritta sarà raccolta nell’archivio delle due artiste, e per ricambiare il vostro dono Julce vi donerà un lembo di tessuto rosso che dovrete portare all’interno dello spazio. Lì lo consegnerete a Drunkenrabbit, che avvolgerà il pregiudizio su una creatura immacolata, poi lentamente, legata sempre più dalle vostre parole, dalle vostre imposizioni, dai vostri giudizi.





LA PERFORMANCE Il progetto prevede la raccolta di testimonianze audio di fragilità dovute alle imposizione della società e legate al genere.

Uomini e donne saranno chiamati a dare il proprio contributo e a raccontare qualche cosa di molto personale della propria vita e che spesso non si vuole o non si è in grado di affrontare,

In un’atmosfera dove l’audio si mischia al ricordo e alle testimonianze, una persona, pura, al centro della stanza, una persona che non è ancora stata aggrovigliata dalle credenze altrui dovrà affrontare le fragilità degli spettatori: all’ingresso verrà chiesto ad ogni visitatore di pensare ad una propria fragilità e a lasciarla scritta su un frammento di tessuto che, legato a molti altri, a tutte le altre fragilità dei pre-senti verrà piano piano avvolto attorno all’attore che si troverà sempre più schiacciato dalle esperienze degli altri, che gli modificheranno la postura, il modo di essere, il modo di muoversi.

Al termine della performance, l’attore non sarà più visibile, sarà solo il risultato di quello che le paure altrui l’hanno reso, un essere incapace di esprimersi, essere se stesso e mostrarsi per quello che è.






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